Occidente israeliano

Proseguendo la proficua collaborazione con il blog di Giacomo Gabellini, Il Contesto, ho avuto modo di dialogare con questo brillante analista sulla questione della misura in cui l’Occidente sta lasciando mano libera totale allo Stato di Israele in Palestina, in spregio della retorica umanitaria, della celebrazione degli accordi Oslo, del mantram ripetuto ogni giorno da nostri governanti sulla “soluzione a Due Stati”, che in realtà si sta allontanando ogni giorno di più, et pour cause.

Trovate nella conversazione che collego qui di seguito uno scambio di idee che credo possa risultare al tempo stesso interessante e assai più serena e realistica di quanto il bombardamento mediatico delle grandi reti italiane e internazionali possa fornire.

Buon ascolto.

La guerra di Israele: una “scommessa” sul nostro futuro?

Il 2023 si è concluso, a mio avviso in modo interessante, con una bella conversazione che mi è stata consentita da Giacomo Gabellini, da lui cortesemente pubblica sul suo autorevole blog Il Contesto: potete ascoltarla e seguirla qui:

Ovviamente, lasciamo agli ascoltatori formarsi una propria opinione.

L’impressione è che il 2024 possa rappresentare uno spartiacque per la storia del Medio Oriente: l’evidente fallimento di Israele e dell’Occidente nel dare una soluzione militare alla questione palestinese potrebbe costituire il punto di partenza per una revisione completa della politica sionista e statunitense in quell’area; oppure potrebbe dare origine ad un allargamento del conflitto, i cui esiti sono al momento imprevedibili, ma certamente gravi.

Le implicazioni per noi Europei, e quindi anche per noi Italiani, sono fin d’ora importanti: l’incapacità di definire una strategia alternativa a quella dell’uso della forza in Medio Oriente, vale a dire il punto zero raggiunto dall’Europa come entità politica autonoma, la sua incapacità nell’elaborare una possibile soluzione diplomatica diversa dalla linea sionista-statunitense, imperniata sulla potenza militare tecnologica e mediatica, dimostra come il nocciolo del problema stia nelle nostre classi dirigenti, formate alla scuola atlantica, costruite da decenni in questo unico ambito.

Si impone ai popoli europei un compito che richiede decenni di assiduo lavoro: la formazione non di partiti e movimenti, che si propongono come alternativi, per rientrare poi, una volta al potere, nei binari imposti dalla NATO e dall’egemone nordamericano.

Per raggiungere questo obiettivo, occorre prima di tutto una consapevolezza basata sulla coscienza storica: non il culto della memoria rivolto a rinnovellare odii e divisioni, come quello che ci viene istituzionalmente imposta dalle varie “giornate della memoria”.

Occorre comprendere come si è arrivati all’attuale condizione di guerra perpetua, quale risultato dei rapporti sociali, economico-finanziari e delle relazioni internazionali instaurati nel mondo contemporaneo, che ci hanno guidato per mano fino al bordo del baratro in cui sostiamo ora, per lo più come sonnambuli in attesa di chi e dove ci farà fare il prossimo passo.

La “compiacenza istituzionale” di Israele

Mi permetto di segnalare ai miei lettori l’interessante analisi di Alfa Tau su clarissa.it.

L’Autore ipotizza infatti che il presunto insuccesso dell’intelligence israeliana nel prevedere l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso non sia affatto dovuto ad un fallimento dei metodi delle agenzie israeliane, ma a quella che un alto esponente dell’intelligence britannica ha definito alla BBC una compiacenza istituzionale da parte dei vertici israeliani.

Si tratta di una tesi che ovviamente potrà scandalizzare le persone maggiormente condizionate dalla martellante propaganda israeliana, che ha invaso i media occidentali, tra i più servili dei quali troviamo senza dubbio i grandi mezzi di informazione italiani.

In realtà Alfa Tau documenta come si tratti di un’ipotesi che ben poco ha a che fare con presunti complottismi o guerroccultismi – trovando precedenti storici oramai consolidati, anche nella storia politico-militare dello Stato di Israele: ad esempio quanto avvenuto ai massimi livelli del governo israeliano alla vigilia della guerra dello Yom Kippur del 1973.

Non vogliamo anticipare a chi legge i contenuti dell’articolo, che è davvero utile per la battaglia per la verità che sarà sempre più importante nelle prossime settimane.

Scambi di idee

Per i lettori che hanno tempo e pazienza sufficiente, rimando alla cortese segnalazione di clarissa.it, che ha raccolto i video di due recenti occasioni di scambio di idee che ho avuto, con grande piacere, con un pubblicista prolifico autore di numerosi saggi sull’attualità, Giacomo Gabellini, che si distingue per lucidità, indipendenza di giudizio e ricchezza di documentazione.

Ci siamo occupati, in queste due occasioni, sia della situazione in Ucraina che di quella in Terra Santa, collegando spesso le due tematiche.

Nel primo caso a Montemaggiore al Metauro, per merito dell’associazione LiberaMente, che ha proposto il tema Obiettivo Ucraina.

Nel secondo caso, nel blog di Gabellini stesso, Il Contesto.

Ecco dove potete trovarci, immersi in una animata conversazione: i due video sono raccolti qui su clarissa.it

Buon ascolto!

Novità nel conflitto russo-ucraino?

Ho pubblicato su clarissa.it un intervento che fa il punto sulle recenti evoluzioni della situazione del conflitto russo-ucraino.

Novità che investono sia il quadro militare che quello politico, e che in qualche modo confermano le opinioni che in questi due anni ho via via espresso sulla natura politica dell’operazione speciale decisa da Putin.

Il fallimento dell’offensiva ucraina, la tenuta delle forze armate sovietiche e gli sviluppi della situazione mediorientale richiedono probabilmente una diversa impostazione politica da parte occidentale, in un momento di evidente incertezza degli Stati Uniti, per di più in un anno elettorale.

Sarà interessante vedere, in questo contesto, se l’Unione Europea modificherà il suo approccio supinamente atlantico: una domanda che riguarda anche ovviamente le nostre classi dirigenti.

Il prossimo 18 novembre avrò penso modo di parlarne a Montemaggiore al Metauro.

Obiettivo Ucraina, incontro pubblico

La grave situazione in Medio Oriente ha messo un po’ in sordina nei media di sistema l’andamento militare e politico del conflitto in Ucraina. Per fortuna ci sono iniziative qualificate che permettono di riprendere i temi più importanti anche quando sono trascurati dal mainstreaming.

Il prossimo 18 novembre 2023, alle ore alle ore 18, presso il Teatro di Montemaggiore al Metauro (PU), l’Associazione Culturale LiberMente, con il Patrocinio del Comune di Colli al Metauro, nell’ambito del ciclo di incontro Le Conversazioni, del programma Tra Resistenza e Resilienza, organizza l’incontro dibattito

OBIETTIVO UCRAINA

Si tratta di una conversazione nella quale sarò presente anche io, insieme con il pubblicista Giacomo Gabellini e l’analista Simone Santini: discuteremo insieme della situazione attuale del conflitto per fare il punto su questa ennesima guerra che, nel nostro continente, si va ad aggiungere alle altre situazioni belliche attive in Medio Oriente, Africa, Asia.

È questa la pace dei liberatori?

Qui di seguito trovate la locandina dell’evento a cui i nostri lettori sono tutti invitati.

20231118_Obiettivo Ucraina

La guerra in Terra Santa

Per le poche o molte persone che mi seguono con interesse, condivido volentieri qui di seguito il link ad un colloquio che Giacomo Gabellini ha voluto realizzare con me qualche giorno fa e pubblicare sul suo blog.

Spero si tratti di un ascolto interessante per mettere a fuoco quanto più serenamente possibile, nonostante la tragedia cui stiamo assistendo, le radici degli avvenimenti.

Rimando naturalmente al mio Medio Oriente senza Pace per chi volesse approfondire. Un libro oramai di alcuni anni fa, ma che penso e spero possa ancora fornire indicazioni valide sul piano storico.

NATO e guerra in Europa

Segnalo a chi segue questo mio spazio il testo riveduto dell’intervento che ho svolto lo scorso 12 luglio 2023 in occasione dell’incontro pubblico Pace e Guerra in Europa meritevolmente organizzato dall’Associazione Liberamente a Montemiele (PU), in collaborazione con l’Associazione Ville & Castella.

La serata è stata importante, perché sono sempre meno le occasioni per affrontare questi temi. Mancano soprattutto all’appello i giovani, che sembrano completamente disinteressarsi di quanto sta accadendo intorno a loro, probabilmente perché gli strumenti di intrattenimento da cui sono sempre più dipendenti non li sensibilizzano certo su questioni serie: il loro compito è distrarli, con la scusa di divertirli.

Nell’epoca della comodità, della distrazione e del divertimento può dunque succedere di tutto…

Ecco dove trovate il testo del contributo, come sempre su clarissa.it:

Guerra in Europa e “Ordine Internazionale” NATO

Commenti, critiche ed osservazioni sono sempre benvenute!